Al momento stai visualizzando ​Operativo INAD il Domicilio Digitale, per semplificare i rapporti tra cittadini e Pubblica Amministrazione.

È divenuto pienamente operativo dal 6 luglio scorso L’INAD, il nuovo Indice Nazionale dei Domicili Digitali. Registrandosi al portale, cittadini, professionisti e aziende potranno ricevere tutte le comunicazioni ufficiali da parte della PA (Pubblica Amministrazione) su un unico canale, semplice e immediato.

Ma cosa bisogna fare per registrarsi?

È molto semplice, basterà collegarsi al sito https://domiciliodigitale.gov.it accedendo con SPID, CIE o CNS ed inserire il proprio recapito di posta elettronica certificata.
Un servizio senza dubbio rapido, innovativo, tecnologico, che consente ai cittadini di ricevere comunicazioni elettroniche aventi valore legale. Un elemento di semplificazione e chiarezza, che consente un notevole risparmio alla PA in termini di costi e tempi.

Tale strumento offre alle pubbliche amministrazioni, infatti, molteplici vantaggi nell’ottica della sostenibilità sociale, economica e ambientale: oltre a garantire una ricezione tempestiva delle comunicazioni (con un risparmio notevole sui tempi di spedizione e ricezione), permette un risparmio sui costi di stampa, invio e gestione delle comunicazioni cartacee, nonché di ottenere l’automazione delle notifiche. Tutti benefici che miglioreranno l’efficienza e la trasparenza nel rapporto tra PA e cittadini.

Ovviamente il domicilio digitale richiede un recapito di Posta Elettronica Certificata che i cittadini ancora sprovvisti dovranno attivare. Per questa decisione aiuta indirettamente anche il recente aumento deciso lo scorso 24 luglio da Poste Italiane per le spese postali tradizionali che ha portato il costo della semplice raccomandata AR a 5,80 euro.
Purtroppo nel corso dell’anno si è registrato un aumento dei costi di attivazione di una casella di posta elettronica certificata. Infatti oggi costa mediamente 6,75 euro (il servizio base per il primo anno). Il rinnovo costa 12,51 euro e il servizio pro 35,51 euro l’anno. Tutti costi notevolmente aumentati rispetto allo scorso anno, mediamente del 10%… sarà una coincidenza che tali aumenti avvengano proprio nel 2023, con l’entrata in vigore dell’INAD? Il dubbio sorge spontaneo.

Guardando a questi rincari appare evidente come, per invogliare i cittadini ad usufruire di tale strumento e dotarsi di una PEC, è necessario agevolarne l’attivazione, magari prevedendo sconti e sussidi, almeno per i primi anni. Attualmente in Italia sono attive appena 11 milioni e 290 mila caselle, molte delle quali a uso di enti e professionisti, un numero davvero limitato, che ancora non consente il risparmio e l’immediatezza auspicati dal Governo, ecco perché è necessario investire maggiormente in innovazione, informando, educando ed incentivando l’utilizzo da parte dei cittadini di questo strumento.

Variazione del costo annuale del servizio:

Articolo “Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello sviluppo economico. D.M. 10/08/2020 “ S.M.

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