I cittadini che si sono trovati in difficoltà con le grandi compagnie telefoniche -troppo spesso vittime di pratiche commerciali scorrette, servizi non funzionanti, addebiti scorretti, contratti mai richiesti ecc- sino ad oggi hanno potuto scegliere a chi rivolgersi per chiedere aiuto.
Alcuni hanno scelto legali privati, altri associazioni, altri ancora hanno avviato autonomamente la propria pratica.
A partire dal prossimo 23 luglio i cittadini saranno privati di tale possibilità di scelta. In tutta itlia, ovviamente Reggio Emilia compresa.
Tale impostazione è stata definita da AGCom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ) stessa. Così come stanno le cose appare chiaro si sia voluto limitare seriamente le tutele per i cittadini, soprattutto quelli più deboli: anziani, stranieri, persone in difficoltà economiche.
Si è di fatto creato un ostacolo insormontabile alla rivendicazione dei propri diritti attraverso lo strumento della conciliazione che fra l’altro, in questo settore, è l’obbligatorio primo gradino di giustizia alternativa che doveva decongestionare le aule dei tribunali. Ed è chiaro che così i cittadini rinunceranno a qualsiasi richiesta, aumentando le disuguaglianze fra aziende e consumatori.
Di fatto AGCom in questo modo impedisce al cittadino di farsi assistere nel proprio contenzioso da parte di chi ha le competenze per affrontare al meglio la conciliazione con una controparte che è infinitamente più forte e si avvale di professionisti per difendersi.
Una disuguaglianza di forze insopportabile tra il cittadino e i giganti della telefonia, messa in atto dall’Autorità Garante delle Comunicazioni e che gioco forza favorisce le compagnie.
Tutto ciò, tra l’altro, in un contesto in cui i contenziosi sono in costante e continuativo aumento. Solo a Reggio Emilia, ogni anno, la sola Federconsumatori porta in conciliazione presso il CORECOM dell’Emilia Romagna circa 300 pratiche, che corrispondono ad un media di circa 100.000 euro recuperati per i cittadini attraverso storni, rimborsi ed indennizzi.
Ma non è tutto: oltre al danno si aggiunge anche la beffa. Infatti d’ora in avanti, per accedere ai servizi conciliativi bisognerà essere autonomi e rivolgersi esclusivamente ad un portale web.
I cittadini che non hanno dimestichezza con gli strumenti digitali o non possiedono in pc, un tablet o altro, dovranno recarsi personalmente nella sede del CoReCom di Bologna dove troveranno una apposita postazione per la registrazione.
Vale a dire che un cittadino (spesso un anziano) che non abbia a disposizione un dispositivo o una connessione per accedere al web dovrà viaggiare, raggiungere la sede del Corecom (che è una sola ed è a Bologna) per accedere ad una postazione predisposta che magari non è in grado di utilizzare.
Una vera e propria beffa.
AGCom in questi mesi di confronto continua ad affermare che nella prima revisione della piattaforma verrà effettuata una modifica che prevede la possibilità di accesso e di delega per le associazioni forse a gennaio 2019. Purtroppo però non abbiamo garanzia di ciò e nel frattempo la piattaforma diverrà operativa senza questa basilare possibilità.
Inutile dire che tutto ciò è inaccettabile perché impedisce ai cittadini di farsi assistere da chi vogliono nel tentativo di difendere i propri diritti a seguito di pratiche commerciali scorrette, il tutto a favore delle compagnie e per mano di un’Autorità che dovrebbe avere come unica priorità la tutela dei consumatori.
In Emilia Romagna abbiamo contattato il Presidente della Regione Bonaccini oltre che a consiglieri regionali di diversi schieramenti per richiedere aiuto e mediazione con il Corecom.
Speriamo che presto la situazione possa risolversi a tutela di tutte quelle fasce più deboli della popolazione che ad oggi sono le prime e più colpite da questa decisione.